American Psycho di Bret Easton Ellis, 1991
La macchina protagonista del romanzo “American
Psycho “ di Bret Easton Ellis è una macchina particolare, ovvero la macchina
dell’APPARENZA, legata al capitalismo/consumismo della New York City degli anni 80’.
Il romanzo è una pesante critica allo yuppismo tipico della
società americana degli anni 80, del quale vengono sottolineati l’assenza di
qualcosa in cui credere, la superficialità, l’attaccamento al futile, e la carenza
di valori.
Il protagonista (Patrick Bateman) è il frutto
di questa società : è ossessionato dalla propria immagine, il punto focale
della sua non-esistenza è lustrare la proiezione di sè che offre al mondo che
lo circonda, non si dà pace se il suo biglietto da visita è meno bello di
quello di altri colleghi:
P.54-55
“Che roba è?”domanda
Price, non tanto apatico.
“Il mio
nuovo biglietto, che ve ne pare?”
“ohè”, dice
McDermott. E lo prende, lo palpa, sinceramente ammirato. “Molto bello, davvero.
Guarda”. Lo consegna a Van Patten.
“Fantastico
il colore, commenta Van Patten, studiando il mio biglietto da vicino.
“Color osso,”
faccio notare. “ E i caratteri sono Silian Rail. Si chiamano così”………
…… Guardo il
biglietto di Van Patten, poi osservo il mio : non riesco a credere che Price
preferisca davvero quello di Van Patten. Mi gira la testa, sorseggio il mio
drink e respiro profondamente.
“ Ma
aspettate”, dice Price. “ Non avete visto ancora niente….”
“Ecco il mio”.
Persino io
devo ammettere che è magnifico.
Tim Price: “caratteri
in rilievo, un bianco nimbo pallido”.
Veste solo abiti firmati e la sua conoscenza
enciclopedica in materia gli consente di capire al volo la marca di vestiti
indossata da chiunque gli capiti di incrociare e scannerizzare con lo sguardo:
Ad aprirci
la porta è Courtney, in blusa di seta color panna di Krizia, gonna di tweed
ruggine, anch’essa di krizia, e scarpetted’Orsay di raso e seta, acquistate
da Manolo Blahnik.
Montgomery
viene verso di noi. Indossa un blazer bleu marin con bottoni in finta tartaruga, camicia a righine in cotone
crespato, con impunture rosse, cravatta di Hugo Boss in seta stampata,
pirotecnica, rossa, bianca e blu, e pantaloni di Lazo color prugna, con
quadruplice plissettatura sul davanti e tasche oblique.
Entra Reed
Thompson, in doppio petto a quadri, a quattro bottoni, camicia di cotone blu
dell’Interwoven, leggermente volgari, e scarpe nere di Ferragamo con
mascherina, identiche alle mie. Ha le mani curatissime. In una mano stringe il
“Wall Street Journal”. Appeso all’altro braccio, ha un soprabito di tweed
balmacaan di Bill Kaiserman.
È perennemente preoccupato per lo stato in
cui possono trovarsi i suoi capelli, ha una fidanzata, Evelyn, non perchè provi
un qualche sentimento verso di lei ma solo perchè il suo status sociale glielo
impone. A Patrick Bateman piace vivere secondo routine prestabilite, l’intero
capitolo MATTINO (pag 32-38) è
dedicato alla descrizione meticolosa di tutte le sue abitudini mattutine: dagli
esercizi di stretching ai trattamenti estetici per il viso e il corpo.
La perfezione della vita di questo yuppie non
si dimostra però una cosa positiva infatti si trasforma nella sua mente in
patologia, nella ricerca sfrenata di potere e di dominio, crescendo fino alla
morbosa brama di governare la vita, che si traduce nella voglia di uccidere.
Patrick Bateman tortura e uccide persone
senza distinzione di sesso, età o classe sociale ma soprattutto senza un vero
motivo, uccide barboni, squillo, ex fidanzate, colleghi, bambini, animali. Lo
fa in modo metodico, quasi sempre premeditato e consapevole, dà soddisfazione a
un'incessante sete di sangue e questa sembra essere l'unica valvola di sfogo di
cui dispone. Gli omicidi sono descritti nei minimi particolari in modo da
risultare estremamente disturbanti e nauseanti.
P. 279
Tornato a
casa, contemplo a lungo il cadavere di Bethany, sorseggiando un whisky. Ha le
palpebre socchiuse. I denti sporgono poiché, a morsi, le ho lacerato le labbra.
Con la sega, le ho reciso il braccio sinistro: ed è questo che ha finito per
spegnerla, nel tardo pomeriggio. Adesso raccatto quel moncone di braccio,
pigliandolo per l’osso, che ho parzialmente spolpato. Lo stringo in pugno come
una pipa. C’ è ancora molta carne attaccata, nonostante tutta quella che ho
portato via, col coltello o coi denti. Un tocco lo conservo in frigorifero.
Ciò che rende ulteriormente agghiacciante
questo quadro è
la totale assenza in Patrick Bateman di un qualche sentimento che non sia il
disprezzo, l'assoluta mancanza di una guida morale nelle sue
azioni.
P. 412
…c'è un'idea
di Patrick Bateman, una sorta di astrazione, ma non esiste un vero e proprio
"me". C'è soltanto qualcosa di illusorio, al mio posto, un'entità che
è anche possibile toccare con mano, sennonché io non ci sono. Puoi pure sentire
la mia carne a contatto con la tua, e credere che i nostri stili di vita siano
comparabili, ma io semplicemente non ci sono. Per me, è difficile avere un
senso, a qualsiasi livello. Io sono un'invenzione, un'aberrazione. Sono un
essere umano incoerente. La mia personalità è appena abbozzata, informe; solo
la mia crudeltà è persistente e alligna nel profondo. La mia coscienza, la mia
pietà, le mie speranze, sono scomparse molto tempo fa (probabilmente ad
Harvard), se mai sono esistite. Non esistono più frontiere da varcare. Sono
ormai al di là di ogni cosa. Sono assolutamente indifferente al male che ho
fatto. Non me ne importa niente di ciò che ho in comune con i pazzi e gli
energumeni, con i viziosi e i maligni.
Nessuno vede realmente Bateman per ciò che è. Nel mondo vacuo e modaiolo di Wall Street ognuno
è troppo concentrato su se stesso per prestare attenzione agli altri, per
ascoltare ciò che dicono. Tutto ciò che conta è l’apparenza. L'immagine diventa l'unico e
vero motivo di esistere, il riflesso anzichè il corpo, l'apparire sopra all'essere.
In una delle sue più cruenti serate, Patrick Bateman lascia
un messaggio di segreteria telefonica al suo avvocato confessandogli
dettagliatamente tutti i suoi crimini. Successivamente, quando i due si
incontrano, Bateman viene deriso dal suo avvocato che lo scambia per un'altra
persona e che considera la sua confessione come un divertente scherzo. L'uomo
infatti sottolinea che qualcuno come Bateman non potrebbe essere un assassino. (p 425-426)